Termine che indica il liquido
lacrimale quando è rappreso sulle palpebre (in dialetto càcalë, maschile): si tratta quindi come di piccoli
grumi o chicchi come se fosse una grandine sottile: dico questo per poter
citare il ted. Hag-el ‘grandine’ la cui radice abbiamo già incontrato
nel ted. Hage- butte ‘frutto
della rosa canina’, il cui secondo membro in tedesco vale ‘coccola’.
Ecco, secondo me, l’it. caccola è variante di coccola, non importa la sua grandezza.
E’ successo però che il termine, incrociatosi con la radice di it. cacca,
ha perso completamente il suo significato originario di ‘rotondità’ che
abbiamo incontrato, ad esempio, nell’aiellese caca-vàscë ‘frutto della rosa canina’.
Ne
consegue che l’ingl. Hali-but, ted. Heil-butt (nomi di pesci simili al pesce rombo, così chiamato per
il suo aspetto rotondeggiante, come vuole la radice gr. rhémb-esthai ‘aggirarsi, andare errando’) debbano
far riferimento alla loro forma e non al
fatto che questi pesci, secondo l’etimo corrente, venissero consumati
probabilmente nei giorni festivi (spiegazione ad hoc, fasulla): in medio ingl. haly equivale a ingl. holy ‘sacro, santo’. In realtà la forma originaria, per il
significato, doveva essere simile ad ing. hail (proveniente da hagel)’grandine’,
nel senso di elemento rotondeggiante tautologicamente uguale
al secondo membro –but, uguale a sua
volta al ted. Butte ‘pesce rombo’ ma anche ‘coccola’.
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