E’ abbastanza noto che diversi tratti
dell’iconografia della Vergine Maria sono stati mutuati da quelli di precedenti
divinità pagane, come Iside[1] ed
altre. Ora, senza dilungarmi troppo e piuttosto bruscamente, noto che la voce puttana può essere l’esito del gr. Pόtna, più
spesso Pόtnia, appellativo riservato a diverse divinità come
Artemide, dea della caccia, Era moglie di Zeus, e Demetra, simbolo della forza
generatrice della Terra. Il suo significato era quello di ‘signora, sovrana,
veneranda, eccelsa’. L’erudito greco
Strabone nella sua opera più famosa “Geographia” databile tra il 14 e il 23 d.C.
parla di un luogo sacro ad Artemide Potnia Théron alle foci del Timavo, nella terra dei Veneti.
A Trasacco-Aq. la voce puttana indicava
una farfallina dal colore nero. Ne ho parlato approfonditamente nell’articolo “Puttana”: etimo. Incredibile! del mio
blog (1 marzo 2018). Il significato di farfalla è contenuto nella radice di gr.
pét-esthai ‘volare’, gr. pot-anόs (con diverse varianti)‘volante, volatile’, molto
simile a puttana. Raccomando comunque
di leggere possibilmente l’articolo.
Come la leggera e graziosa farfallina
si è trasformata in una inconcepibile meretrice così non c’è nulla di
strano se la Pόtnia, Pόtna originaria
si è trasformata, quasi senza sforzo nella bocca di un uomo blasfemo,
ugualmente in puttana. C’è naturalmente
da tener conto che la nuova religione cristiana si espanse allora nell’impero
romano attraverso la lingua greca, anche se luoghi sacri alla dea Potnia erano già abbastanza diffusi
in diverse parti d’Italia. Pure la
famosa dea Madre, il cui culto era noto
in tutto il Mediterraneo con una varietà di nomi e sotto molteplici spoglie, poteva
avere l’appellativo Potnia ‘Signora’.
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