La locuzione del titolo significa
‘andare a gambe all’aria’, cioè cadere in malo modo rovesciandosi, con le gambe
in aria. Letteralmente sarebbero quattro
ferri a stagliarsi nell’aria i quali dovrebbero quindi alludere, con
metafora un po’ infelice, ai quattro arti, presumibilmente dell’uomo, cioè le
mani e le gambe.
C’è chi sostiene che l’immagine, e quindi
il modo di dire, sia stata tratta da quella di un cavallo o altro quadrupede
rovesciatosi con la schiena a terra e le zampe in aria, indicate metonimicamente dai quattro ferri di cavallo
saldati ai suoi zoccoli; ma questa immagine a me pare eccessivamente pignolesca
e ad hoc, come quella di chi si soffermi a notare un dettaglio poco evidente in
una scena in cui invece campeggia il corpo dell’animale e le sue zampe, magari
agitantisi nell’aria.
C’è anche chi, più pignolescamente ancora, spiega che i quattro ferri
sarebbero le quattro piastre di metallo applicate, sulla punta e sul tallone, ai
due zoccoli di legno dei contadini di un tempo, per evitare che si consumassero
troppo facilmente.
A me pare che i ferri, in
questo caso, dovessero indicare i quattro arti dell’uomo, con termine antichissimo
che poteva risalire anche alla preistoria, rimasto incastrato nel modo di dire
tradizionale, mentre nel normale lessico della lingua esso scompariva. Un indizio, a mio avviso, è rappresentato da
toponimi come Capo Ferro (Sardegna settentrionale), Capo Ferr-ato (Sardegna
meridionale), Capo di Ferro sulla costa
dell’Algeria. Un Capo geografico è
infatti assimilabile ad una punta, una protuberanza, una estremità come quelle
che costituiscono le membra del corpo umano.
In francese il termine fer
significa anche ‘punta (di picca o lancia)’. Si fa subito a controbattere,
però, che questo significato deriva dal fatto che la punta di queste antiche
armi era di metallo. Anche se i citati
toponimi, essendo presumibilmente antichissimi, depongono a favore della
considerazione che il significato di ‘punta’ del termine ferro doveva esistere già quando il metallo era di là dall’essere
scoperto.
Ora, in inglese ricorre un’espressione simile che dovrebbe tagliare la
testa al toro; essa è on all fours ‘a quattro zampe,
carponi, letteralmente ‘su tutti e quattro (gli arti)’. Si nota subito la forte
assonanza tra il fr. fers ‘ferri’ e l’ingl. fours
‘quattro’. Però, qualcosa di irregolare
e disturbante c’è: come mai l’ingl. four ‘quattro’ in questo caso prende
la /s/ del plurale diventando four-s? I numeri cardinali restano
invariati, indicando essi per così dire di per sé più cose, tranne l’uno.
L’espressione a coach and four,
ad esempio, vale ‘un tiro (carrozza) a quattro’; i modi di dire tutti e tre, quattro ecc. si rendono in inglese con all three, four, ecc. senza segno di plurale. Allora bisogna
dedurre che il fours irregolare, in questa espressione non indicasse inizialmente
il numero quattro ma, come il
francese fers, le quattro estremità
del corpo umano: esso era un normale sostantivo che prendeva regolarmente la
desinenza del plurale.
Alt! Ho letto poco fa su un dizionario online che la forma on all fours è apparsa all’inizio del XVIII sec. e
inoltre ho appreso che una forma on all four , senza segno del plurale, era
presente nel XIV sec. Nulla di grave: resta
sempre probabile che l’espressione sia partita già dall’inizio con il segno del
plurale, come ho detto sopra, e che esso sia caduto nel corso dei secoli,
vivendo in ambiente ostile una volta scomparso il significato di arto della parola e per analogia con le
varie espressioni numeriche simili in cui il plurale non compare. La forma originaria col plurale fours avrà vivacchiato per secoli all’ombra di
qualche oscuro dialetto, ricomparendo ufficialmente solo all’inizio del ‘700: si
dura fatica a pensare che essa sia stata una improvvisa innovazione,
realizzatasi tra l’altro in ambiente del
tutto sfavorevole, non essendovi altre espressioni dove compaia il fours
plurale. Inoltre mi pare impossibile che
un’espressione di questo tipo si limiti ad indicare solo il numero e non anche le
gambe o le zampe. E’ come se noi usassimo
espressioni come camminare su
tutti e quattro oppure camminare su tutte
e quattro, adatte piuttosto a ingenerare nell’ascoltatore l’idea che si stia
camminando sul corpo di quattro persone.
Una curiosità en passant: l’it. carp-oni non
risale, a mio parere, al lat. carp-ĕre ‘afferrare’, qui nel senso di procedere aggrappandosi al
terreno anche con le mani. Essa deve risalire ad un termine antichissimo simile
al gr. karp-όs ‘giuntura della mano, palma’, venendo quindi a
significare direttamente il muoversi con le mani (e i piedi), come fanno i
bimbi ancora incapaci di camminare.
Anche qui la parola quindi indicherebbe direttamente le mani, e non il
modo di procedere la cui specificazione è in fondo secondaria rispetto a quella
delle mani.
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