E’ sicuro che la vescia (lat. parlato *vissja) indichi il fungo che sappiamo, e
di cui ho parlato abbastanza in precedenti articoli, per il fatto che esso, se
premuto leggermente quando è più che maturo emette una nube di spore e gas
(cfr. latino delle glosse viss-ire ’spetezzare’)? Abbiamo visto che questo ragionamento non regge
nemmeno per l’espressione dialettale loffa
o loffa di lupo.
Eppure anche in tedesco si ha Bo-fist (o Bo-vist)‘vescia’ in cui il secondo membro fist sembra alludere all’idea di “ventosità”: cfr. medio alto ted. vist,
fist ‘emissione di gas dall’intestino’, ingl. feist ‘emissione di gas dall’intestino’ che rimandano sempre alla radice
vis(s)- presente in latino. Ma ecco apparire i vari ingl. fist ‘pugno’, ted. Faust ‘pugno’ < a. a. ted. fust ‘pugno’, ted. feist ‘grasso, grosso’ a far
propendere per l’idea di ‘rotondità, palla, massa’ propria del fungo in
questione. Inoltre in tedesco Fȁust-ling significa ‘guanto monchino, pietra grossa come un pugno’.
Allontaniamo quindi da noi la falsa idea della “ventosità” che ci tallona da presso
per farsi accreditare come vera ed originaria, mentre è falsa e secondaria, pur
avendo avuto, per così dire, fortuna, nel gran giuoco degli incroci, data la
particolarità della nube di gas.
La nostra vescia credo che abbia a che fare con la radice indoeuropea vas(t),
ves(t) indicante qualcosa che avvolge,
contiene, copre come lat. vest-e(m) ‘veste’, lat. vas ‘vaso, capsula’, got. weina-basi ‘uva, acino d’uva’, dialettale (ad
Aielli e altrove) caca-vascë ‘frutto della rosa canina’, il cui
primo membro richiama il dialettale (ad Ovindoli-Aq) caca-fugnë ‘vescia’, caca-mmani ‘ciclamino’, così nominato, in italiano, dalla parola greca kýkl-os ‘cerchio’, riferita alla radice
tuberosa, sferica della pianta. Molto
probabilmente in questi casi l’elemento caca- richiama il sscr. kakra
‘ruota’. La vescia, comunque, potrebbe derivare anche da una forma *vestia:
cfr. it. biscia< *bistia< lat. besti-a(m).
Una curiosità, illuminante. Il primo membro
del ted. Bo-fist ‘vescia’ che,
di primo acchito, potrebbe essere accostato al ted. Bö ‘colpo improvviso di
vento’ seguendo lo schema della ventosità
è invece una riduzione alterata di un originario medio antico ted. vohen-vist ‘loffa (peto) di volpe’, il
cui primo membro corrisponde all’ingl. fox ‘volpe’. Proprio come
l’espressione nostrana loffa di lupo. Nel caso della volpe (fox) l’animale è costretto a
darsela a gambe non appena si pensa ai dialettali ingl. fogou, fougo,
ecc.’caverna’, una cavità o rotondità, dunque.
Così anche l’ingl. fox-glove ‘digitale purpurea’, letter. ‘guanto della volpe’, la pianta
con i suoi caratteristici fiori a ditale
(una cavità), trae il nome da essi,
appunto. La radice la si ritrova anche
da noi, nel dialettale ( a Venere dei Marsi-AQ) fua ‘avvallamento del
terreno’ < *fuga e in diversi toponimi foca, foche che indicano delle cavità.
A Collelongo nella Marsica foca significa ‘piccola buca,
avvallamento nel terreno’; in varie
parti d’Abruzzo vale ‘caverna’.
A me pare che anche il Fuc-ino debba il nome al suo essere una conca, una cavità, un lago.
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