E’ nome regionale della vescia,
fungo commestibile a forma di palla. Come
si spiega una simile espressione? C’è da precisare subito che si
incontra anche il semplice loffa, termine che, nel significato di ‘peto
silenzioso’, corrisponderebbe allo spagn. lupia secondo il Pianigiani,
dizionario etimologico online. Uso il condizionale perché, stando a quanto
leggo nel web, la voce spagnola lupia significherebbe
‘malattia del lupus’. Il fungo in questione, quando è più che maturo, emette,
se premuto, un polverio bruno di spore, da cui sarebbe derivato il nome. Ma
perché, poi, questo peto silenzioso
sarebbe quello del lupo? Roba da
chiodi! A voler seguire i significati di superficie c’è da rimanere confusi e
frastornati. Ma questa volta c’è una
spia inconfondibile, a mio parere, che balza evidente negli occhi al di là di
ogni incertezza e di ogni dotta disquisizione: la parola loffa presenta una radice che dovè essere variante di quella di lupo, lupa, dial. lopo, lovo, lopa e dovè indicare proprio la palla
del fungo, e il fungo stesso.
Abbiamo parlato nel precedente articolo della Valle del Lupo ad
Aielli, e di altre omonime, il cui nome rimanda al gr. lóp-os ‘tazza,
corteccia’. Si tratta di un significato che ha, nel fondo, un valore di
‘cavità, avvallamento, rotondità’ e quindi adatto ad indicare un qualcosa di
rotondeggiante, come la palla di cui
sopra. Esiste, manco a farlo apposta, un
monte Loffa in provincia di
Verona dove sono stati scoperti insediamenti preistorici. La radice del nome di questo monte è la stessa del termine gr. lóph-os ‘colle, poggio, cervice, cresta
(di gallo)’, pennacchio’, la quale conferma il suo significato nei vari monte Lupo in Italia. E già! Il monte
non è altro, anche etimologicamente, che una protuberanza e, quindi,
qualcosa di tondeggiante anch’esso: ogni monte, per quanto possa avere pareti
dirupate, nel suo complesso stilizzato è rappresentabile da una linea curva
elevantesi dal terreno e in esso ricadente. Il concetto di “rotondità” non
comprende solo cerchi, circonferenze e archi di circonferenza, ma anche sfere con annessi e connessi: la sfera,
appunto, della loffa di lupo.
Ora, siccome il fungo ha quella caratteristica di emettere una nubecola
di spore quando è ormai quasi fradicio, c’è stato un inevitabile e diffusissimo
rincorrersi di radici simili nella forma, ma non omosemantiche, per indicare il
fungo. Benchè anche i significati di
‘vento, ventosità’ e di ‘monte,
rotondità’ e simili siano nel profondo collegabili tra loro, in quanto la spinta o anima di un vento è esattamente la stessa di quella che dà origine
ad un monte. Ma non è mia intenzione di approfondire qui questo rapporto, basta
sapere che ci sono monti chiamati Vento.
Molti sono
i termini che smentiscono il significato di ‘vento, ventosità, flatulenza’
della radice in questione, come il friulano lòp ‘mela selvatica’,
piacentino lòfa ‘sterco di cavallo (è rotondeggiante),
ingl. loop ‘cappio, laccio ad anello’, it. bocca di lupo ‘sorta di nodo scorsoio’, inglese lap
‘giro (di pista)’, ingl. lapp-et ‘bargiglio, falda, lembo, lobo’, ingl. lap-el ‘bavero (in quanto piega), ingl. love-apple 'patata' (letter. 'mela dell'amore'), serbo-croato lopta ‘palla’, serbp-croato lup-ina ‘buccia’, it. lupo ‘uncino’ (nel vocab. del
Petrocchi), spagn. lupa ‘lente di ingrandimento’, italiano lup-ino. Anche il ted. Laib ‘pagnotta’ e inglese loaf
‘pagnotta’ fanno parte del gruppo, anche se precedentemente il termine era hlaf, hleib ‘pagnotta’. Incredibile! ma questa radice si ritrova anche
nell’abruzz. loff-ët-èllë ‘panino dolce’(vocab. del Bielli), abruzz. loff-όnë ‘buzzone, grassone’, radice che deve
essersi incrociata con quella di igl. love
‘amore’ e ted. Liebe ‘amore’ se ted lieb-lich
vale ‘gradito, ameno, dolce, soave’ e ingl. love-ly vale ‘amorevole, gradito, squisito (detto di cibo). Incredibile
davvero!
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