domenica 21 marzo 2021

Šti gnë na vèsprë.

 


 

    L’espressione dialettale abruzzese[1] merita un primo piano tutto per sé, dopo i riferimenti da me fatti a diverse parole inglesi e tedesche a proposito della voce abruzzese loff-ët-èllë ‘panino dolce’ di cui al precedente articolo di ieri. 

    Questi rimandi a lingue germaniche, specialmente l’inglese, sono più che giustificati, ancora una volta, dalla locuzione suddetta Šti gnë na vèsprëpungi come una vespa’.  Qui il verbo Šti (2° pers. indicat. pres.) non può essere che l’ingl. sting ‘pungere’: la parte finale –ng cade per evitare l’orribile cacofonia che si sarebbe prodotta con la particella successiva gnë ‘come’, considerando anche il fatto che il verbo poteva aver assunto una pronuncia palatalizzata del nesso –ng, come nel dialettale tégnë ‘tingere’ dal lat. ting-ĕre ‘tingere’.

  Invito quindi chi è abituato a storcere il muso per questi “azzardati” confronti a darmi una spiegazione diversa o a rassegnarsi all’evidenza. Grazie.

     Per l’etimo della congiunzione gnë ’come’ invito a leggere il mio articolo Particolari locuzioni avverbiali dei nostri dialetti presente nel mio blog (maggio 2012).

     A conferma di quanto sopra, nel dizionario etimologico I dialetti italiani di Cortelazzo-Marcato ho potuto notare la voce umbro-marchigiana stongà ‘imbastire’, giustamente ricondotta a termini  gotici per ‘colpire (con punta)’ da confrontare, insieme al lombardo stongià ‘cucire’, con l’ant. alto ted. stung-en ‘pungere’. La variante apofonica stung è sfruttata in inglese per il preterito e il part. passato. 

     



[1] Cfr. D. Bielli, Vocabolario abruzzese, A. Polla editore, Cerchio-Aq, 2004, s.v. vèspra.

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