Che vita da cane! Che vita da
cani! Più comunemente sentivo esclamare in passato da miei compaesani in difficoltà, con accoramento ma
talora anche con una certa esagerazione, chë vita cana!, cioè che
vita assassina, balorda! C’entrano i cani nell’espressione? non credo,
soprattutto dopo aver letto le puntigliose e realistiche osservazioni di Daniele
Reale che ha riflettuto sull’espressione e che ho condiviso.
Senza andare troppo per le lunghe
suppongo che in questo caso il cane, la cagna o i cani siano da
paravento posticcio rispetto alle radici antichissime secondo me coinvolte: non voglio naturalmente dire che invece la radice di
lat. can-e(m) sia piuttosto recente rispetto a
quelle che dirò.
In greco è presente l’aggett. kaín-όs ‘nuovo, recente, inaudito, strano’. La radice è kan-,
ricorrente anche nel lat. re-cent-e(m) ‘recente, nuovo’, e
poteva benissimo, nella locuzione in questione, aver assunto il significato di
‘inaudito’, cioè, riferito alla vita,
‘di una gravità senza paragoni’: una vita
cana sarebbe quindi una vita
balorda, assassina, dato che
in greco esisteva anche il verbo kaín-ein ‘uccidere’, con radice kan-
omofona rispetto all’altra. Non si
scappa, spesso basta scavare un po’ per scoprire la vera sorgente da cui provengono
le parole, e così restituire al fedele amico dell’uomo, fin troppo coccolato e
viziato, la sua atavica dignità, per quanto meno nobile rispetto a quella
orgogliosissima del lupo. Comunque se il
cane perse la sua originaria fierezza, la sostituì con una fedeltà a tutta
prova, qualità rarissima tra gli umani.
In conclusione, però, non me la sentirei di escludere del tutto, nella spiegazione della nascita di queste espressioni, la forte tendenza dell'uomo a scaricare sugli animali le proprie brutture e viltà.
Si potrebbe attribuire a questo anche la bestemmia (che non ripeto qui, ma credo che abbia capito a cosa mi riferisco)? Grazie.
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