Ieri ho letto il termine
abruzzese o molisano scarcia- fronne ‘fionda’, ma non ricordo il
nome del paese da dove esso proviene.
Termine interessante per più di un motivo. A vista d’occhio esso è tautologico con le
sue due componenti. La seconda, -fronnë, è una evidente distorsione di fionda, atteso che quest’ultima parola
deriva da una precedente *flunda < lat. fund-ul-a(m) ‘fionda’(con metatesi), diminutivo di lat. fund-a(m)’fionda’. La fund-a(m) etimologicamente è diretta formazione dal verbo lat. fund-ĕre ‘ versare, scagliare, gettare,
ecc.’. Il dialettale –fronnë ‘fionda’ (da *flunda) presenta la liquida –r- al posto della liquida –l-, fenomeno abbastanza diffuso
(cfr.franc.fronde’fionda’), oltre all’assimilazione regressiva di –d- ad –n-, normale nei nostri dialetti. E forse in questa trasformazione
ci sarà stato anche l’influsso del termine it. frombola, altro nome per ‘fionda’.
Il
bello è che –fronnë in molti nostri dialetti significa ‘fronda, fronde’:
quindi si ha, nel caso in questione, una
netta sovrapposizione di questo significato a quello sottostante di
‘fionda’, anche perché il primo membro di scarcia-fronnë appare come voce del verbo dialettale scarcià ‘strappare’, forse variante di
dialettale scorcià ‘scorticare’, simile a it. scorza,
da una radice indoeuropea skert- ‘tagliare via’ presente,
secondo i linguisti, nel lat. scort-u(m) ‘pelle, cuoio’, nell’ingl. share
‘parte, porzione ’, ted. Schar ‘schiera, drappello, branco (reparto militare)’, abruzz. sciarrë
‘branco di animali, moltitudine di uomini’[1]
e nel ted. Schere ‘forbici’. Sicchè la voce scarcia-fronnë viene a significare, in
superficie, ‘strappa-fronde’. Di
conseguenza nell’immaginario collettivo di chi usa questo termine, la
fionda viene a configurarsi come
un’arma, in fondo innocua, perché, come dice la parola stessa, si limiterebbe a
strappare le foglie degli alberi
colpiti. Una sorta di eufemismo, dunque,
visto che nell’antichità i frombolieri erano addirittura soldati armati di fionda.
Questa è la superficie del vocabolo, ma, per uno come me che ha fatto
della tautologia un principio fondamentale della Lingua, dietro l’apparenza di scarcia-
deve a tutti i costi starsene ben acquattato un significato equivalente a
‘fionda’. Ma quale? Non quello dell’ingl. share ’porzione’, naturalmente, ma quello dell’ingl shake ‘scuotere, agitare,
ecc.’, ant. norreno skaga ‘lanciare,
scagliare’nella forma del nome d’agente shak-er ‘scuotitore’ cioè, nel
nostro caso, l’arma che lancia, l’arma da
getto. La grafia inglese della parola era all’origine skak-er, la quale poteva benissimo generare, nel suo lungo percosrso per
arrivare ad incastrarsi nella nostra scarcia-fronnë ‘fionda’, una metatesi *skarke- da cui scarcia-. Pensate qualsiasi cosa a proposito di questo
mio etimo, ma per favore non dimenticate la sua composizione tautologica che
costringe assolutamente a trovare per scarcia- un significato equivalente a quello di –fronnë ‘fionda’.
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