Il verbo è del dialetto di Aielli (il
mio paese), di quello di Avezzano[1], e
probabilmente di altri. Il suo
significato è ‘infliggere, assestare, lanciare, inferire’: in altri termini
esso indica uno spingere qualcosa con una certa forza verso qualcuno: cë so’ sclucchiàtë quattrë
pugnë ‘mbàccia
‘gli ho assestato quattro pugni in faccia’. Ad Aielli, però (ma forse anche ad
Avezzano), il verbo veniva usato anche ad indicare il trangugiare voracemente qualcosa: s’è sclucchiatë nu litrë dë
vinë (oppurë ddu
piattë maccarùnë) chë cinguë mënùtë!
‘ha trangugiato un litro di vino (oppure due piatti di maccheroni) in cinque
minuti!’. In avezzanese si ha anche la variante scrocchià.
Ora l’etimo, di primo acchito, non
sembra a portata di mano ma con un po’ di riflessione esso finisce con lo
sfavillarci davanti sbalorditivamente.
E’ il nesso iniziale scl- che lascia un po’ frastornati,
perché in effetti la lettera –c- (velare sorda) non era all’inizio
presente nel verbo in questione che è una quasi esatta copia del ted. schluck-en ‘trangugiare, ingoiare’. Qui il nesso sch- sta ad indicare la fricativa palatale -š- proveniente dalla fricativa sorda –s- del
medio alto tedesco sluck-en ‘ingoiare’. L’inserimento della gutturale –c-
tra la s- e la -l-
è un fenomeno che si riscontra
anche nell’it. schiavo < slavo e
nell’it. schiatta< got. *slahta ‘stirpe’. Nel Friuli la
voce sluc
vale ‘sorso’ come il ted. Schluck ‘sorso’.
Che
piacevole stupore constatare che l’aiellese sclucchià ‘ingoiare, tracannare’ è quasi la fotocopia
del ted. schluck-en ‘trangugiare’!
Ma
il significato di ‘infliggere, assestare’ da dove è spuntato? Da una radice
simile a quella del verbo ted. schlag-en ‘battere, colpire, suonare, abbattere, sprizzare (delle
scintille), ecc.’, che al perfetto presenta la forma apofonica schlug.
Nel dialetto di Avezzano la voce scrόcchjë < *sclόcchjë significa
infatti ‘tuono’. Ritorna anche in questo
caso, come in quello dell’articolo precedente sul verbo it. scocc-are, l’intercambiabilità tra un
significato luminoso ed uno sonoro delle rispettive radici. Pensate che il ted. schlag-en si usa anche per indicare il ‘cantare’
degli uccelli. Nel fondo l’idea di
“suono” corrisponde a quella di “luce” perché ambedue sono concretizzazioni
diverse di uno stesso significato originario di ‘forza, spinta, emissione’ . I significati cosiddetti figurati sono una nostra comodità, perché raramente abbiamo chiara
nella mente la parentela d’origine delle parole.
Anche in inglese la radice di cui si parla compare in diverse forme come
nel verbo slaugh-ter
‘massacrare, macellare’, nel verbo slog (slug) ‘colpire duro’
oppure ‘farsi strada con fatica’, significato quest’ultimo che ci fa capire
tutta la dinamica del significato originario di ‘spinta’, la quale sta dietro
sia al significato di ‘colpire’ sia a quello di “farsi strada con fatica’. E
può stare ugualmente dietro sia al significato di ‘colpire’ sia a quello di
‘trangugiare, ingoiare, ecc.’: si usano, infatti, espressioni come mandare giù, buttare giù (che indicano una spinta)
sostitutive di ‘ingoiare’. Anche il
verbo in-ger-ire è, letteralmente, un ‘portare dentro’ o ‘spingere dentro’.
Non
posso trascurare il ted. Schlacht ‘battaglia’ che, come forma
antiquata e dialettale, significa anche ‘schiatta’ allo stesso modo del già
citato gotico *slahta ‘schiatta, stirpe’. Scusate, ma sono proprio soddisfatto.
Nessun commento:
Posta un commento