Pochi etimi sono più infelici, a
mio avviso, di quello dato dai linguisti per il verbo scocc-are. Infatti essi
sostengono che il verbo sia formato dal termine cocca preceduto da una –s-
estrattiva o di allontanamento o simili.
Ma io non riesco a capire, in questo modo, da che cosa si libera o si
allontana, ad esempio, una freccia che scocca o viene scoccata. Dalla
cocca? Ma questa è, vivaddio, la
tacca all’estremità della freccia che permette l’aggancio alla corda, quindi la
cocca, quando la freccia scocca, vola
via con la freccia stessa, e, semmai, è essa che si stacca dall’arco, non la
freccia dalla cocca! Anche a voler
intendere cocca come ‘parte dell’arco
da dove scocca la freccia’ saremmo sì soddisfatti dal punto di vista
grammaticale: la freccia si stacca
allora dalla cocca dell’arco, ma
ugualmente insoddisfatti dal punto di vista logico: ma come! Tutta la veemenza
della freccia che vola e sibila nell’aria si ridurrebbe al fatto sottilmente e
meschinamente tecnico che essa si è staccata
dalla cocca?
Le cose stanno in tutt’altro modo, sempre a mio avviso. La cocca in questo caso non c’entra
affatto, perché il verbo ha un etimo che lo collega all’ingl. shock
‘urto, colpo’ derivante da fr. choc ‘colpo, urto’ il quale, però, aveva
a sua volta una radice di origine germanica come quella del medio olandese schock-en ‘scuotere, sobbalzare’ simile
all’ingl. shake ‘scuotere’, antico norreno skaga ‘lanciare,
scagliare’. L’antico slavo skoku vale ‘salto’. Non si scappa.
Questa soluzione è agile, semplice e naturale rispetto a quella cerebrale
proposta dai linguisti.
A scoccare non è solo la freccia, ma anche le ore, le
quali suonano dall’orologio del
campanile, ad esempio, come effetto di un martelletto che batte, colpisce una
campanella. Ma anche la scintilla scocca,
dando l’idea di qualcosa che si sprigiona,
esplode, guizza e si slancia con tutto il suo vigore. Questo
dimostra, tra l’altro, che una stessa radice può indicare il movimento, il suono o la luce come
espressioni diverse della forza nativa o spinta all’interno di essa,
e niente affatto come significati figurati sviluppatisi a partire da quello
considerato proprio, in questo caso lo scoccare
della freccia.
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