mercoledì 21 aprile 2021

Squëlόcchië.

 


 

A Trasacco-Aq nella Marsica, il termine squëlόcchië, anche sculόcchië[1], indicava la ‘buccia dell’uva’ come nella voce abruzzese sclòcchië ‘fiocine’, presente nel vocabolario di Domenico Bielli.  Questo significato a mio parere lega il termine all’ingl. slough ‘pelle di serpente’, medio alto ted. slūch ‘pelle di serpente, calza’. 

 Nell’articolo precedente abbiamo parlato dell’inserimento della gutturale c- nel verbo dialettale sclucchià, sclocchià ‘ingoiare’ proveniente da una forma germanica *sluck presente nel ted. schluck-en ‘inghiottire’.  Anche per l’abruzz. sclòcchië è successa evidentemente la stessa cosa, ma nelle forme trasaccane sopra citate si è verificato un successivo inserimento, per così dire eufonico, di un suono vocalico –u-, onde evitare la successione di tre consonanti nel gruppo scl-.

    A Trasacco il termine serviva anche ad indicare  i petali del papavero o rosolaccio, i quali erano simili a squame della pelle dei serpenti. 

    C’era un caratteristico divertimento ottenuto dai ragazzi di Trasacco ma anche di Aielli ed altrove con i petali del papavero: si poneva il petalo disteso sul piccolo foro formato dall’indice e pollice congiunti di una mano e su di esso si batteva col palmo dell’altra mano in modo da generare, con la compressione dell’aria, un piccolo scoppio.  Ad Aielli noi ragazzi facevamo la stessa cosa, solo che con la parola sclocchjë ci riferivamo solo al rumore o scoppio prodotto. Gli altri significati di ‘petalo di papavero’ e ‘buccia dell’uva’ erano evidentemente andati perduti: la buccia dell’uva noi la chiamavamo scrëffùjjë, voce di cui mi pare di aver parlato in altro articolo diversi anni fa. 

    Interessantissimo è notare, comunque, che questo divertimento dei ragazzi di allora, i quali certo non avevano tutte le possibilità di quelli di oggi, quasi certamente risaliva ai primordi della nostra civiltà, dato che  esso coinvolgeva vari significati legati alla parola in questione: quelli di buccia, pelle, petalo nonché quello di colpo, da cui si genera il significato di scoppio del petalo.  Nell’articolo precedente abbiamo visto i significati del dialettale sclocchià connesso anche col la radice dell’ingl. slog ‘colpire duro’.

     Come i ragazzi di allora abituati a ricavare i loro divertimenti dal poco che avevano, così la Lingua  è ineguagliabile nel ricavare molti significati da una stessa radice, dato che ognuna di esse, sempre a mio parere, potrebbe indicarli tutti.  Ma siccome la Lingua ha bisogno di una certa varietà di significanti per non divenire incomprensibile, ecco che essa crea una varietà di radici, varietà che però induce l’uomo a credere che ognuna di esse abbia ricevuto all’origine un suo significato specifico, attaccato come un’etichetta. Falso.

 



[1] Cfr. Q. Lucarelli, Biabbà Q-Z. Grafiche Di Censo, Avwzzano-Aq,2003.

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