lunedì 29 giugno 2009

Perchè gli aedi erano considerati ciechi

Mi sono chiesto perché gli antichi cantori epici, gli aedi, venissero in genere rappresentati come ciechi, e credo di averne scoperto il motivo nella vicinanza del termine aoidos ‘aedo,cantore’ all’aggettivo che i greci vedevano anche dietro Aides, cioè a-(w)ides ‘invisibile’ o, in senso attivo, ‘che non vede’. E in effetti anche l’idea del vedere che è in superficie nell’ inglese seer’ veggente’ a mio avviso può rimandare all’idea del ‘dire, cantare’ che mi sembra una delle più antiche in questi personaggi ( cfr. anche ingl. sooth-sayer ‘profeta, indovino, letter. dicitore di verità’, greco pro-phetes ’profeta’ da phe-mi ’dico’; cfr. anche lat. fa-ri ’parlare’, lat. fama, ecc.). Il verbo to see ‘vedere’,infatti, viene messo in rapporto col lat. sequi ’seguire (con gli occhi)’, il quale quasi combaciava con il lat. arcaico in-sece ’canta’, variante di ted sag-en ’dire’, ingl. say ‘dire’. Non essendo rimasta nell’inglese moderno la forma arcaica seyen, seggen ’dire’ era fatale che l’eventuale ‘dicitore’ si trasformasse in ‘ veggente’. Questa idea di 'veggente', relativa ai profeti, che prima erano immaginati invece ciechi, mi pare che sia piuttosto recente e sviluppatasi in conseguenza di questi scherzi nella storia delle parole. Il tutto è confermato dall’espressione inglese second sight ‘preveggenza, prescienza’ (letter. ‘seconda vista’) che all’origine doveva significare ‘vista del veggente (dicitore)’ o, meglio, ‘le cose dette dal profeta’, visto che sight ha la stessa radice di to see 'vedere', confondibile con quella del verbo che indicava il 'dire', testè analizzata. L'ingl. second  è uguale o simile, ad esempio, all'aggettivo ted. sehend 'veggente'. Anche Giovanni Pascoli si era accorto di alcuni di questi giochi di parole, a proposito di aoidos ‘aedo, cantore’ (cfr. il suo saggio Il fanciullino, n.5).

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